La reazione anafilattica consiste in una reazione allergica generalizzata che in genere si manifesta all’improvviso e che può portare al decesso se non viene trattata nell’immediato.
A causare l’anafilassi è la produzione di anticorpi IgE dovuta all’esposizione a un allergene, ossia una sostanza innocua per la maggior parte delle persone, ma che in soggetti predisposti (allergici) provoca tale reazione. Per esempio, l’anafilassi può manifestarsi in seguito alla puntura di un imenottero in un soggetto allergico al suo veleno.
Come si riconosce
L’anafilassi colpisce più organi o apparati, come la pelle, le vie respiratorie, l’apparato cardiovascolare, l’apparato gastrointestinale, il sistema nervoso centrale.
Nessuno dei sintomi può dirsi caratteristico o esclusivo della reazione anafilattica: ciò che rende il quadro clinico sospetto è la loro comparsa immediata, entro pochi minuti, massimo un’ora, dalla puntura di un’ape, di una vespa o di un calabrone.
In particolare, dal punto di vista clinico, si può parlare di anafilassi in base ai seguenti criteri:
1) insorgenza acuta (minuti o ore) con contemporaneo coinvolgimento di cute e/o mucose (es. orticaria generalizzata, prurito o flushing, edema di labbra, lingua, ugola) + uno dei seguenti:
- compromissione respiratoria;
- ipotensione o sintomi associati degli organi bersaglio (es. ipotonia, collasso, sincope, incontinenza sfinterica);
- gravi sintomi gastroenterici (es. addominalgie crampiformi intense, vomito ripetuto, specialmente dopo esposizione ad un allergene non alimentare).
2) insorgenza acuta di ipotensione o broncospasmo o coinvolgimento laringeo dopo esposizione ad un allergene noto o altamente probabile per il paziente (minuti o ore), anche in assenza di coinvolgimento cutaneo.
In sostanza nel primo criterio devono essere coinvolti almeno due degli apparati target dell’anafilassi: cutaneo, respiratorio, cardiovascolare e gastroenterico.
Cosa fare e cosa non fare nell’immediato
La terapia vera e propria della reazione anafilattica è di esclusiva competenza medica e il farmaco salvavita è l’adrenalina (epinefrina) da somministrare per via intramuscolare.
Tuttavia, il paziente che ha già avuto una reazione grave deve sapere come comportarsi ed è bene che anche chi ha a che fare con una persona con sospetta reazione anafilattica sappia a grandi linee le cose da fare e quelle da evitare.
Prima di tutto chiamare i soccorsi, mantenere la calma e cercare di rassicurare il paziente.
In attesa dei soccorsi è opportuno posizionare il paziente in posizione supina (sdraiato sulla schiena) con le gambe sollevate di circa 30 cm, in modo che la testa si trovi a un livello più basso rispetto a ginocchia e bacino. Questa posizione, detta di Trendelenburg, serve a facilitare il ritorno venoso agli organi vitali (cuore e cervello) per gravità.
In caso di comparsa di vomito, il paziente va fatto adagiare sul fianco destro (posizione di sicurezza).
Se il paziente ha difficoltà a respirare va evitata la posizione sdraiata, mantenuta la posizione seduta.
In caso di puntura di ape, è meglio evitare di tentare di estrarre il pungiglione con pinzette o con le dita, per non rischiare di aumentare il rilascio del veleno.
Quando utilizzare l’adrenalina
Le persone affette da allergie potenzialmente gravi in genere hanno sempre con sé gli autoiniettori di adrenalina. Sono dispositivi costituiti da una siringa (combinata a un ago nascosto) che inietta una singola dose di farmaco.
La siringa, grande più o meno come un pennarello. Gli autoiniettori disponibili in commercio possono variare per cui è opportuno seguire le istruzioni di ogni singolo device. La somministrazione può avvenire anche attraverso gli indumenti.
La via di somministrazione da privilegiare è sempre quella intramuscolare, perché in questo modo l’assorbimento è più rapido. Attenzione però: prima di somministrare l’adrenalina occorre sempre controllare la data di scadenza.
In alcuni casi dopo una prima somministrazione potrebbe essere necessaria una seconda, a distanza di almeno 5-10 minuti, per ottenere la risoluzione del quadro.
Dopo avere utilizzato il farmaco è indispensabile chiamare soccorsi.
È importante che il paziente allergico, i suoi amici e parenti, conoscano le procedure da applicare in caso di reazione anafilattica e sappiano utilizzare gli auto-iniettori di adrenalina.